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Gli attrezzi del mestiere: lo spirografo

Chiunque di voi abbia fatto una scuola in qualche modo imparentata con le arti visive, o abbia provato a dipingere seguendo la strada del "mi compro un manuale e poi m'arrangio" ne sarà venuto a conoscenza. Il nebulizzatore a soffio, o spirografo, per i più esigenti.

Trattasi di aggeggetto così concepito. Due tubicini cavi, di metallo, incernierati alle estremità in modo che estesi si pieghino ad angolo retto e le due aperture vengano in contatto. Si infila l'estremità di uno dei tubi nel colore, si soffia nell'altro, etvoilà, ecco il colore nebulizzato a piacere sul foglio.

Almeno sulla carta. Intendo quella di manuali. Perché i manuali non ti dicono che:

1) Ci vogliono i polmoni di un mezzofondista anche solo per un foglio di quaderno. Garantito. Se volete una copertura decente, preparatevi in adeguata maniera. Suonando la zampogna potrebbe essere un buon metodo, se i vicini non vi fanno portare via.

2) "Nebulizzare" è un concetto molto relativo. Scordatevi il velatino. Qui si parla di chiazzoni grossi come monete, circolari se vi va bene.

3) Il foglio va tenuto verticale. Nell'impeto del soffio viene spesso da abbassarsi sul foglio, cambiando l'inclinazione di testa, aggeggio e infine barattolo di colore. A meno che non vogliate un effetto Pollock per il vostro disegno, è meglio evitare.

4) In ogni creazione "c'è del nostro", si dice. Nel caso del nebulizzatore questo risponde ad assoluta verità. Chi lo chiama nebulizzatore, chi spirografo, chi aerografo a bocca, ma dopo cinque minuti il coso viene invariabilmente appellato "sputografo". Il perché è abbastanza deducibile e non starò ad approfondire.

5) Mascherate, mascherate, mascherate. Coprite l'intera scrivania, il pavimento, la parete. Se siete in terrazza, occhio a chi stende i panni sotto. Non è assolutamente detto che costui o costei condivida i vostri gusti in fatti di decorazione, specie se la tinta non si intona. E specie se il colore è indelebile...

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