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Questa storia è ormai alquanto obsoleta. Questa moda è passata, per fortuna, anche se non so quanto ce ne sia da rallegrarsi visto che mi sembra che ogni anno si vada in peggio.

Le scarpe di moda oggi

Era da un pezzo che lo volevo dire. Non sono dentro alle finezze della moda, francamente non me ne può fregar di meno se st'inverno l'ultimo grido è il verde palude al tramonto ma non del tutto a sera. Se non mi piace non mi piace, punto. Quindi, in virtù di questo, intendo lasciare il mio modesto messaggio alla caritatevole compiacenza dell'ascolto dei posteri, ovvero:

LE SCARPE CHE VANNO DI MODA ADESSO FANNO CA*ARE!!!

Ok, l'ho detto.

Ed è un bel po' di stagioni che dura. Parliamo di ciabatte con la punta. Se vuoi andare in giro in ciabatte, liberissima, ma io le scarpe le voglio saldamente legate al piede. Solo il caldo mi può convincere a mettere la ciabattina, ma comunque bassa, con la stringa e nei limiti della sensatezza, non una roba che appena corri dietro all'autobus rischi o di inciampare o di lanciarla in faccia al tapino che in quel momento ha la sventura di trovarsi davanti a te.

Oh, sì, correre coi tacchi alti. Tutta letteratura. Quando non vado di anfibio vado di stivaletto con quattro dita di tacco, lo ammetto, ma è comunque largo. Ho questa presunzione di voler camminare decentemente nella mia vita, sia mai. Ma provate a correre dietro un autobus portando un tacco alto quattro dita.

Io ci ho provato. Una volta. L'autista credo che stia ridendo ancora adesso (le mie ginocchia meno). Il volo planato sarà bello ma non con l'asfalto come termine.

Vabbè. Perlomeno ci siamo liberati di quell'orrendo tacco svasato (erotico come un paio di calzini color petrolio), delle zeppe stratosferiche e della punta quadrata... quest'anno non sarà possibile far di peggio, pensavo, e poi ho visto uno stivale pitonato con la punta di una spanna che mi ha lasciato lì basita per cinque minuti. Proprio vero che una volta toccato il fondo si può sempre cominciare a scavare.

L'orgogliosa proprietaria di siffatta calzatura aveva la camminata tipica di una papera zoppa con l'artrite alle ginocchia, ma si sa, per la moda, questo e altro. Mi aspetto che l'anno prossimo vada di moda il calzino bianco corto, magari portato con i birkenstock, oppure - perché no? - direttamente le pinne: tanto si cammina più o meno uguale.

Ammetto, ho le mie colpe. Lo stivaletto con quattro dita di tacco di cui sopra: fa parte del mio parco-macchine invernale. Non molto ampio, per due motivi: non sono particolarmente interessata allo shopping di scarpe e anche se lo fossi, trovare un 41 da donna non è un'impresa poi così agevole.

Comunque:

- anfibio di due numeri più largo (era l'ultimo paio rimasto) con una pacca di suolette, allacciato alla caviglia non tanto per presunzione di stile quanto perché la mattina sai che due maroni sfilare e reinfilare tutti i lacci.

- scarpa bassa da zia per le occasioni formali (portate due volte nella mia vita: tendenzialmente rifuggo dalle occasioni formali, matrimoni in primis).

- polacchino moderatamente vezzoso adatto a tutti gli usi.

- stivalone alto in pura plastica vergine e suola carenata (quando è l'unico che riesci a chiudere fino al polpaccio dopo averne provate altre 7 paia, alla fine ci si adatta).

- stivaletto dal disegno fighettuccio ma imbottito a dovere e con la suola in gomma, per quando la stagione si fa sufficientemente impervia da scoraggiare l'uso di calzature più vezzose (da alternare all'anfibio quando quest'ultimo è in disinfestazione).

E il famoso stivaletto con tacco alto. La colpa è che è da tre anni che ce li ho (roba di marca, mica quelle cosine che dopo sei mesi si sbrindellano) ed è tre anni che li devo far risuolare in gomma... sì, quando cammino mi si sente. Da mezzo chilometro e da quattro piani. Ehm...

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